Una delle vette più note della destinazione turistica Kronplatz-Plan de Corones è la Piz da Peres, cima delle Dolomiti di Valdaora che si trova all’interno del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies. Ci troviamo in Alto Adige – Südtirol tra San Vigilio – Dolomites (Marebbe) e Valdaora. Tra le due località, ai piedi del Plan de Corones o Kronplatz c’è il Passo Furcia (Furkelpass), punto di partenza di questa affascinante escursione ad anello.
Panorama top, impegno modesto
L’aspetto panoramico è notevole, va valutata bene la giornata giusta dal punto di vista meteo e va considerata la preparazione di chi vuole affrontarla. Ahimè non è un percorso adatto a tutti, presenta tratti esposti e richiede una discreta preparazione fisica (12,8 kM; 890 D+). Nulla di impossibile ma lo sconsigliamo ad esempio ai bambini al di sotto dei 10 anni se non abituati e a chi soffre di vertigini. Tuttavia non preoccupatevi: percorso ben segnalato e nessuna parte attrezzata. Periodo consigliato: primavera avanzata/estate. Prestare attenzione ad eventuali schianti ancora presenti al suolo e/o neve.
Verificare sul posto l’apertura e lo stato dei sentieri indicati informandovi presso il locale ufficio turistico. A causa degli eventi metereologici di luglio 2020 alcuni tratti potrebbero essere temporaneamente chiusi.
Passo Furcia (1789): il punto di partenza
L’escursione si sviluppa in senso antiorario ed è il senso che consigliamo proprio per quanto appena detto. Il punto di partenza è il Passo Furcia, che si raggiunge in auto da Valdaora o da San Vigilio di Marebbe, attraverso una strada di montagna asfaltata. Ci sono vari parcheggi gratuiti sia in corrispondenza del passo che poco sotto sul versante di San Vigilio. D’inverno questa zona è affollata di sciatori che godono delle piste innevate del Plan de Corones, comprensorio del Dolomiti Superski.
Si parte sul sentiero n. 3
Scarponcini ben allacciati, zaino in spalla e si parte. Dal laghetto artificiale presente sul passo, si imbocca la strada forestale indicata dal segnavia n. 3. La si percorre, in costante ma tranquilla ascesa, per 500 metri senza farsi trarre in inganno da un paio di bivi, rimanendo sempre tra gli abeti. Si vede un altro laghetto artificiale sulla destra e appena la vegetazione si fa meno fitta c’è un importante bivio. Si lascia la strada forestale e si prende il sentiero che tende più a destra, il 12B, con indicazione Piz da Peres.
Il sentiero 12B verso il rifugio Ücia Picio Pré
Il sentiero piano piano si addentra in una valletta prima di deviare in maniera netta sulla destra ed iniziare a salire in maniera decisa. Con qualche tornantino nel bosco si sale fino ai 1950m del Rifugio Ücia Picio Pré posto a bordo della pista da sci Pre da Peres. Il rifugio è aperto d’inverno e d’estate e da qui si può già iniziare a godere di una bellissima vista. Sulla destra, ad esempio, vediamo il Plan de Corones.
12B seconda parte
Proseguiamo nel sottobosco, sul sentiero 12B, in una serie di 7 tornantini che aiutano a superare il ripido pendio. Da qui continuando in salita si segue sempre dritti il sentiero che intercetta qualche impluvio dove ancora si vede la presenza della neve. Attenzione a non scivolare. E’ proprio in questi frangenti che c’è la possibilità di godere di nuovi scorci su San Vigilio di Marebbe, sulla famosa pista da sci Erta, e sui monti della Val Badia.
Bivio 12B/12
Il bivio 12B/12 segna la conclusione della prima parte dell’escursione: addio sottobosco, si entra decisamente nel contesto dolomitico, roccioso. La vista ora spazia ad ogni sguardo almeno a 180°. Svoltiamo a sinistra per riprendere l’ascesa al Piz da Peres, diversamente si scenderebbe a valle a San Vigilio di Marebbe.
La parte rocciosa
Lo abbiamo scritto in apertura e lo ribadiamo in maniera più chiara: da qui in poi, attenzione a dove si mettono i piedi. Il sentiero si fa in alcuni tratti più stretto ed esposto. In qualche passaggio l’utilizzo delle mani aiuta la “scalata” o meglio il superamento di qualche masso. Inutile avere fretta, questa parte va goduta al massimo! Su e su, col sentiero ben segnato che passa adiacente alla parete rocciosa. Il Plan de Corones con i suoi 2275 metri sul livello del mare piano piano si fa sempre più piccolo.
Il punto panoramico
La cima inizia ad essere vicina, ma ancora non si vede quando si affronta un passaggio molto affascinante. Il sentiero lascia il passo ad una sorta di scalinata che contenendo i detriti rocciosi permette agli escursionisti di salire come affrontando una scala un pò ripida. Arrivati in cima, sulla destra c’è un punto panoramico con vista quasi a 360°. Si vedono chiaramente la Val di Marebbe, il Muntejela de Senes, in lontananza il Monte Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo, ed innumerevoli altre cime. Nascosta dalle nubi, purtroppo, la Marmolada. Girando lo sguardo però si vede anche la meta dell’escursione: la croce del Piz da Peres.
Verso la cima: Piz da Peres 2507m
Dalla roccia si passa ad un manto erboso, dal sentiero roccioso ad uno zig zag pronunciato. E’ seguendo la traccia a terra che ben presto si giunge alla vetta, contraddistinta dalla croce. Quanto al panorama, lasciamo principalmente spazio alle immagini. Tra le varie zone che si scorgono citiamo: la Valle Anterselva, la Val Aurina, Valdaora, la Val Badia. Si vedono anche, oltre confine, le alpi dello Zillertal e Tauern. Ma a bellissimo contrasto a tutto ciò lo sguardo si perde nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies con l’altopiano di Senes e le Dolomiti di Braies.
Rientro: la Forcella tre dita
Sin qui è stata tutta salita ed abbiamo percorso 3,7 chilometri e superato un dislivello positivo di circa 720 metri. Dopo una bella sosta per godere dello spettacolo e ristorarsi, riprendiamo il cammino, in discesa. Si punta dritti verso la Forcella tre dita (Dreifingerscharte) stando sulla massima pendenza dove si vede bene il sentiero tra il manto erboso. Con lo sguardo si suggerisce di osservare il monte che sta davanti da cui ben si capisce il nome della forcella.
Arrivati alle indicazioni (2330 m) è possibile optare tra tre sentieri: quello per il Dreifingerspitze – Col Alc (2479 m), quello per il ritorno imboccando sulla sinistra il sentiero numero 3, oppure proseguire puntando leggermente a destra sempre sul sentiero numero 3.
Per chi opta per il rientro si prospetta una discesa dal sentiero n. 3 che percorre un canalone detritico. A giudicare dalla vista non è molto agevole specie se, come al nostro passaggio, presenta ancora una buona quantità di neve al suolo. Il proseguo è su sentiero nel bosco, fino al punto di partenza.
Il lago Le de Fojedöra – Hochalmsee
Bisogna ammettere che sin dalla cima del Piz da Peres, ha suscitato curiosità ed interesse il Lago dei colli alti – Hochalmsee che si vedeva poco lontano. Da qui la motivazione a proseguire sull’itinerario pensato il giorno prima si fa ancor più forte. Si prosegue dunque sul sentiero in falsopiano che lascia la cima di giornata alle spalle. Mantenendoci un pò in quota rispetto al lago ne ammiriamo la bellezza, con la neve ancora a terra a rendere il panorama ancor più affascinante.
Superato lo specchio d’acqua si può scendere sul sentiero fino alla sua estremità per proseguire in altre direzioni (es. Südalpenweg 03) oppure è possibile continuare su di una traccia di sentiero. Non c’è nessuna difficoltà nel percorrerla in una giornata soleggiata, anzi è molto piacevole.
Lapadurscharte – Ju dles Slapadures
Dopo una discesa sul manto erboso di circa 500 metri (100 m circa di dislivello), la traccia porta al Lapadurscharte (2203 M) dove un crocevia particolare indica i numerosi sentieri che in quel punto confluiscono. Si intersecano infatti i percorsi escursionistici 6, 32 nonchè la traccia da cui proveniamo. Il numero 32 in particolare sulla destra porta verso il rifugio Uces de Fojedöra – Hochalmhütte, mentre imboccandolo verso sinistra, come facciamo, ci si dirige verso la forcella Lapadurscharte.
La discesa dal Slapadures
Breve tratto pianeggiante ed inizia la discesa del canalone, tra ghiaia e tracce di neve. Qualche tratto è ripido ma non manca mai un’ampia veduta sulla valle di Valdaora e sul Kronplatz. Perdendo quota si attraversa una zona di pini mughi e più in basso ritornano le abetaie spesso accompagnate dai bellissimi larici.
E’ così ad esempio a 1875 M all’ “area ristoro” Jägerhütte, dove una piccola baita ed un tavolino pic-nic offrono il motivo per una breve pausa. In questo punto abbandoniamo il sentiero n. 32 che conduce a Bagni di Prevalle (Bad Bergfall) e prendiamo il 3B direzione Passo Furcia.
Bivio Schüssel
Il leggera ma costante discesa si continua lungo il sentiero che segue la morfologia della montagna, superando da qui in avanti numerosi impluvi/canaloni pieni di neve da slavina e/o detriti franosi. Giungiamo così al bivio Schüssel (9,5 kM dalla partenza) dove il sentiero 3B incrocia il 3A che sale alla forcella tre dita e scende a Bagni di Prevalle. Noi, proseguiamo sulla via del ritorno: il Passo Furcia è indicato a 50 minuti di cammino.
Ultime fatiche
I successivi due chilometri sono molto simili ai precedenti, nel sottobosco di abeti in gran parte rossi ma anche bianchi, con l’aggiunta di qualche salitella ed il superamento di alcuni schianti. Appena si esce su di un grande prato con vista sul circondario, è davvero fatta! Da qui infatti è tutta una piacevole discesa su strada forestale fino al punto di partenza, il lago artificiale del Passo Furcia.
Informazioni utili
Carta utilizzata – Kompass 671 – Foglio 2 (2017/2021)
Meteo – Tempo in montagna
Sito di destinazione turistica – Kronplatz
Escursione effettuata il 31 Maggio 2020
La traccia del percorso su Strava
Nella traccia seguente il primo tratto presenta una discrepanza rispetto al percorso esatto: seguire la strada forestale come da indicazioni precedenti.