C’era una volta, in Trentino nel Parco Naturale Adamello Brenta, un lago che prendeva il nome dal paese montano che si affacciava sulle sue rive, noto per la sua bellezza e le sue acque particolarmente pulite.
Questa non è una favola ma un racconto reale. Torniamo dunque alla narrazione tradizionale. 😉
Ci troviamo oggi, 26 Dicembre 2016, a scrivere del Lago di Molveno, specchio d’acqua naturale incastonato tra le Dolomiti di Brenta, il monte Gazza ed il versante sud-est del monte Paganella, vera e propria consolidata attrazione turistica internazionale da ormai alcuni decenni. Numerosi i riconoscimenti ricevuti per la qualità delle acque balneabili (es. 5 vele Legambiente), limpide e su cui si riflettono le vicine vette dolomitiche. Un paesaggio montano da fiaba, un lago definito “preziosa perla in più prezioso scrigno” dal poeta e scrittore vicentino Antonio Fogazzaro.
Circa 4 chilometri e mezzo di lunghezza per uno e mezzo di larghezza con una profondità fino a 124 metri è una vera ricchezza di questi luoghi, con una ampia spiaggia che nei mesi più caldi viene presa d’assalto da turisti e da tutti coloro che, in fuga dalle città cercano un clima più mite.
Fin qui abbiamo raccontato quel che il lago era. Ma cosa è cambiato? Cosa è successo? Da alcuni mesi, e più precisamente dai primi giorni di Novembre 2016, il lago si sta inesorabilmente svuotando a vista d’occhio, giorno dopo giorno. Quel che ne risulta è un enorme cratere, un paesaggio quasi surreale, lunare. Ma cosa sta succedendo?
Lo diciamo subito: nulla di inspiegabile, nulla di preoccupante. Il fenomeno è controllato e programmato da tempo. Doveva avvenire nel 2015 e, posticipato al 2016, fa parte di una complessa operazione che prevede lo svuotamento parziale del bacino per permettere la pulizia del tunnel di scarico della centrale idroelettrica di Nembia e la verifica dell’efficienza di tutte le opere idrauliche. Più nel dettaglio, tale galleria si trova a circa 50 metri di profondità e raccoglie al suo interno l’acqua proveniente dalle turbine della Centrale di Nembia, costruita nel 1957, e per questo richiede lo svuotamento parziale del bacino idrico naturale.
L’operazione non è cosa nuova anzi, ha cadenza decennale e l’ultima volta avvenne nel 2005. Dai 180 milioni di metri cubi di acqua di capienza si passa in circa due mesi ad averne di rimanenti nel bacino solamente 50 milioni, con un abbassamento del livello di circa 50 metri.
Tutto ciò comporta una notevole variazione del luogo e della percezione del paesaggio, nonché del modo con cui turisti, curiosi e residenti usufruiscono dell’area del lago che non c’è.
Grandi preoccupazioni sono state espresse da più parti per l’esecuzione di tale lavoro temendo ricadute negative in primis sul turismo, prima dell’inizio dello svuotamento ma, a giudicare dal notevole afflusso di persone che il cratere sta richiamando ed accogliendo si può affermare che l’effetto è stato, fortunatamente, quello opposto.
Sulla base del nostro viaggio subacqueo possiamo dire che un’immersione senza bagnarsi è un’esperienza davvero interessante e coinvolgente (la consigliamo!) che permette di vedere quel che l’acqua, seppur limpida non permette di percepire od anche solo immaginare. Un fondale irregolare e vario, con anse, penisole isole e quant’altro in continua evoluzione con l’abbassarsi del livello dell’acqua.
Una mezza giornata trascorsa a passeggiare all’interno dell’alveo del lago, alla scoperta di insoliti punti di vista ed a cercare di leggere la morfologia emergente ed i diversi strati del fondale messi in evidenza dall’abbassarsi graduale dell’acqua, che ci ha incuriositi notevolmente. Forte la sensazione di sentirsi immensamente piccoli all’interno di un paesaggio naturale surreale e decisamente caratteristico.
Un’opera d’arte naturale e dinamica nonostante sia l’uomo a gestirne lo svuotamento. Si tratta però di una situazione che muta i giorno in giorno: l’abbassamento del pelo libero dell’acqua continuerà fino a metà gennaio 2017 circa, ma da Marzo 2017 il tutto si invertirà.
A lavori di pulizia conclusi infatti tornerà ad essere messo il tappo al lago e per la primavera inoltrata e l’estate sarà possibile tornare a fare il bagno a quello che tutti conoscono come la perla del Lago di Molveno.
Per altri dieci anni Molveno, il Trentino e gli amanti delle attività sportive (canoa, vela ecc.) o del bagno a lago potranno goderne appieno e nel suo massimo splendore.
Di seguito un bellissimo filmato storico, tutto da vedere, dell’Istituto Luce da “La settimana Incom 00872” del 28/11/1952 in cui si raccontava il prosciugamento del Lago di Molveno.
PER SAPERNE DI PIU’ – LINK UTILI
Visit Trentino – Lago di Molveno
Visit Dolomiti Paganella – sito
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