GIORNO 3 – La sveglia puntata alle 7:30 non è sufficiente per farci svegliare con la luce del giorno. Infatti è ancora buio, di più rispetto a Evenens. Lentamente viene giorno e notiamo ampi sprazzi di sereno, facendo colazione perfezioniamo il piano per la giornata. Siamo pronti per la missione.
Neanche a dirsi stiamo per salire in auto che all’improvviso acqua e vento a più non posso, una bufera in pochi istanti rende vacillante il programma. Capiamo che non ha senso ragionare troppo così allacciamo le cinture e partiamo.
In viaggio tra le isole: Vestvågøya, Flakstadøya, Moskenesøya
La destinazione puntata sul navigatore è la zona più meridionale delle Lofoten ed in particolare il paese di Å i Lofoten. In direzione Leknes continuiamo a notare sprazi di sereno tra intensi scrosci d’acqua uniti ad un forte vento. I dubbi sul miglior itinerario da percorrere rimangono ma cercare di capire cosa fare sembra non avere alcun senso e ci decidiamo di imboccare la E10 direzione sud.
Una strada sinuosa che collega varie isole grazie ad affascinanti ponti ed anche ad una lunga galleria che si immerge nel mare per poi sbucare sull’isola successiva. Un primo tunnel che da alcune descrizioni sembrava dover essere a pagamento si rivela invece ad accesso libero ci fa raggiungere una posizione con ampia vista sul mare.
Naturalmente ci fermiamo per qualche foto tra pioggia e vento, una burrasca. In particolare, veniamo investiti da una sventata pazzesca in località Vareid nell’isola di Flakstadøya che per poco non ci butta a terra. Situazione similare poco più avanti durante il giro del fiordo Moskenstraumen dove a spiccare ai nostri occhi è il colore cristallino dell’acqua.
Giungiamo poi a quella da noi rinominata “spiaggia dei surfisti” la Skagsanden beach, poco prima di Flakstad dove, alcuni gruppetti di temerari surfisti si divertono a sfidare le onde della fredda acqua oceanica.
Proseguiamo rapidi verso sud sempre sulla E10, e poco dopo Ramberg un bel ponte lungo, doppio e dalle forme sinuose attrae la nostra attenzione. Breve deviazione, decidiamo di percorrerlo. Qui le cime innevate si confondono con le nuvole.
Risaliamo in auto direzione Reine, paesino che per ora guardiamo solo dal finestrino ma ci promettiamo di fare una sosta al ritorno. Lungo la strada notiamo spesso nei pressi dei piccoli paesi numerosi pali in legno necessari per appendere gli stoccafissi.
Å, il villaggio più a sud delle Lofoten
Superato il villaggio di Reine, non resta che raggiungere Å, laddove la strada termina, il punto più a sud delle Lofoten raggiungibile in auto.
Arriviamo all’ampio parcheggio che dà la possibilità ai viaggiatori di ammirare il panorama e fare dietrofront. Per noi Il mood è sempre quello, acqua a volontà e cielo cupo. Non disperiamo però decidiamo di sostare per un lauto pranzo al sacco, rigorosamente in auto.
Mai darsi per vinti! Ecco che, a pancia piena, arriva la sorpresa. La pioggia cessa e così saliamo leggermente in quota percorrendo una stradina che conduce a vari itinerari escursionistici. Dalla sommità delle lisce rocce superate si apre la vista sul mare. Il vento gelido e fortissimo soffia decisamente forte ma è così che all’improvviso fa capolino il sole. Dimentichiamo forse che è primo pomeriggio e da queste parti è quasi l’ora del tramonto. Il sole, infatti, è basso poco sopra l’orizzonte ed i raggi verso zone ancora piovose fanno scaturire un principio d’arcobaleno. Quanto colore in mezzo ad una giornata tanto grigia!
Prima di rientrare facciamo incursione nel villaggio per vederlo ancor più da vicino, due passi a vedere le tipiche casette rosse e si sale in auto direzione Stamsund. Lungo la strada nei pressi dei piccoli paesi notiamo spesso numerosi pali in legno necessari per appendere gli stoccafissi.
Eggum, l’ultima speranza
E’ buio e la giornata turistica è terminata. Ma non per noi che siam quassù anche con un obiettivo ben chiaro: vedere una bella aurora boreale.
Dopo cena in un momento di relax riguardiamo le foto del giorno, un po’ sconsolati per la serata che si preannuncia per niente ideale a vedere l’aurora boreale. Quasi come dei bimbi che a Natale guardano fuori della finestra se arriva Babbo Natale, ci affacciamo alla finestra e inesorabile arriva il comando “abbandonare la casa”. Tra la sorpresa e l’incredulità notiamo che il cielo è stellato e non possiamo farci sfuggire l’occasione.
In 5 minuti siamo in auto alla ricerca della migliore posizione per vedere l’aurora boreale ma, come non detto, sta già piovendo nuovamente. Ci dirigiamo ugualmente verso un punto in cui la visuale verso nord, al netto delle condizioni meteo, dovrebbe essere aperta, priva di inquinamento luminoso. A circa 40 minuti dalla casa raggiungiamo Eggum. Il nome è tutto un programma: la puzza di uova marce e mare è quasi nauseabonda, inoltre è in corso una perfetta burrasca con vento e acqua da ogni dove. Demordere? Certo che no.
Circa 1 ora di attesa in un clima quasi inquietante senza una luce tutt’attorno. E’ giunto il momento di desistere e decidere di rientrare verso casa. Sostiamo per qualche foto ad un villaggio sotto la pioggia e ripartiamo.
Rise, è Aurora Boreale
Sulla via del ritorno come una beffa la pioggia si fa debole e scorgo dal finestrino posteriore lato passeggero prima una stella poi un’altra. Pulisco gli occhiali, forse sono riflessi sulle goccioline d’acqua che corrono sul finestrino. Abbasso il vetro, osservo meglio e credo di vedere una lieve linea di aurora boreale. Dobbiamo fermarci e così facciamo ma pur osservando attentamente e utilizzando la macchina fotografica con un’esposizione adeguata capiamo che l’aurora sì c’è ma si percepisce appena.
Proseguiamo verso casa, non mi arrendo e vedo altre stelle, molte altre stelle e anche l’aurora però è sempre debole. Svoltiamo a destra in una stradina buia tra i campi nei pressi di Rise.
Qualche minuto di osservazione, qualche altra foto ricordo in una delle quali notiamo con evidenza di aver immortalato una stella cadente ed esprimiamo così come da prassi un desiderio. Con l’autoscatto ci facciamo ancora qualche foto ricordo. Dopo l’ennesima ci voltiamo e la scia d’aurora boreale si fa più intensa.
È mezzanotte circa e quella debole Aurora all’improvviso ci regala uno spettacolo improvvisamente memorabile. Dapprima ci lasciamo andare ad urla di felicità, poi cala un silenzio assordante mentre osserviamo lo spettacolo a cui stiamo assistendo.
Una fascia luminosa spicca dal buio del cielo cresce di intensità, dimensione e ampiezza: da nord est a sud ovest. Da scia chiara di colore verdino diventa rapidamente di un verde intenso. Da pressoché statica diventa dinamica, fluttuante crea mulinelli, si muove come spostata dal vento. Cambia colore, ruota su sé stessa, fluttua, le estremità tendono in un batter di ciglio al rosa. Uno spettacolo di vortici e colori di cinque interminabili minuti di pura emozione e meraviglia che alcune righe scritte possono solo far lontanamente immaginare.
Pochi minuti ma ben impressi nei nostri occhi fanno sì che rimaniamo speranzosi che riprenda d’intensità per un’ulteriore ora e mezza, allo stesso posto in attenta osservazione. Estasiati con il naso all’insù la ricerchiamo ancora, ne vediamo deboli tracce prima di diradarsi e spostarsi nuovamente fino a riprendere leggermente d’intensità e provare così ancora una volta a fotografarla.
L’ora tarda, la soddisfazione ed il freddo sin qui sopportato senza quasi neanche accorgersi ci inducono a rientrare definitivamente a casa: il desiderio espresso si è avverato. Domani una giornata soleggiata ci aspetta!
Questa sì che è una buonanotte, viaggiatori!