Esistono dei luoghi tanto suggestivi quanto nascosti ai nostri occhi. Uno di questi è l’Orrido di Ponte Alto. Ci troviamo a raccontarvi una sorta di canyon che si trova in Trentino, a pochissimi minuti dal centro di Trento. Più precisamente la forra di Ponte Alto è venuta a formarsi nel corso di millenni sulla collina est di Trento, tra il Monte Celva ed il Monte Calisio.
Storia dell’Orrido di Ponte Alto
Ripercorrendo sinteticamente la storia della forra se ne scopre la genesi. Il Torrente Fersina, che nasce dal Lago di Erdemolo, scorre nella valle dei Mocheni ed oggi si dirige verso Trento lambendo la Valsugana e quindi immettendosi nel canyon.
Oltre 7000 anni fa però il corso d’acqua in uscita dalla Valle dei Mocheni si immetteva nella Valsugana per confluire nel Lago di Caldonazzo. Con la fine dell’ultima glaciazione i detriti depositati dai ghiacciai costrinsero il torrente a dirigersi verso ovest, dove attualmente scorre. L’acqua dovette farsi strada erodendo le rocce calcaree che trovava davanti a sè ed in particolare tra la Scaglia Rossa.
Nel corso dei secoli e dei millenni, l’azione del torrente ha creato una stretta forra, via via più profonda fino a circa cento metri, come si presenta ai nostri giorni.
Tra azione naturale ed antropica
Oltre all’incredibile azione naturale, l’Orrido di Ponte Alto ha visto anche l’intervento antropico. Infatti per evitare che il materiale ed i detriti trasportati dal corso d’acqua venissero portati a valle, verso Trento e quindi evitare le esondazioni, nel 1537 fu realizzata la Serra di Ponte Alto. Costruita su volere del Principe e Vescovo Bernardo Clesio, l’opera realizzata in legno consisteva di fatto in uno dei primi manufatti d’ingegneria idraulica a livello globale.
Successive e ripetute “brentane” abbatterono la serra. Nel 1850 sotto l’Impero Austro-Ungarico la stessa venne ricostruita, questa volta in muratura e di dimensioni imponenti: alta 43 metri e spessa 6. Successivamente per migliorarne la stabilità ed a servizio dell’acquedotto, circa 80 metri più a valle fu costruita nel 1882 una seconda serra con un’altezza analoga alla prima e denominata Controserra Madruzza.
Orrido: il nome che fa turismo
Anche se “orrido” non fa certo pensare a qualcosa di positivamente sorprendente, lo spettacolo naturale che si crea tra cascate, giochi di luce e rocce plasmate dall’acqua è stato, sin dalla fine dell’Ottocento, meta di numerosi turisti. Un tempo infatti la gita all’Orrido era una delle principali attrazioni turistiche della Città del Conclio.
Da fine ‘800 al 1993 la manutenzione di questo gioiello naturale è avvenuta da parte di privati. Varie generazioni della famiglia Tomasi, proprietari di alcune strutture confinanti se ne sono infatti presi cura facilitando la visita della forra a curiosi e tecnici. Successivamente son seguiti anni di chiusura al pubblico.
La rinascita dell’Orrido di Ponte Alto
Dopo anni in cui anche la normale manutenzione da parte del servizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento era divenuta difficoltosa, sono stati eseguiti importanti interventi volti alla messa in sicurezza e, motivo per il quale ne stiamo raccontando, valorizzazione del sito. Oggi è così possibile visitare il canyon e vedere da vicino le importanti opere idrauliche. Un avvincente percorso accompagna il visitatore in un’esperienza insolita ed emozionante. L’intervento architettonico è ben riuscito: strutture in acciaio corten permettono a chi visita l’Orrido di godere di fantastici punti panoramici sospesi nel vuoto e percorrere gli ottanta metri tra una serra e l’altra all’interno della gola. Una stretta scala a chiocciola rende possibile anche entrare nella Controserra Madruzza e godere a pieno di una fantastica cascata. La gestione attuale è a cura dell’Ecomuseo dell’Argentario
Dove, come e quando
Ci sentiamo sicuramente di consigliare una visita a Ponte Alto e per questo vi diamo qualche indicazione su come prepararvi. Innanzitutto segnaliamo che l’apertura è limitata ai weekend con visite obbligatoriamente guidate (senza prenotazione!) all’inizio di ogni ora tra le 10 e le 18, anche in caso di pioggia in quanto una buona parte del percorso è al “coperto”. A ciascun turno possono partecipare massimo 22 persone, accompagnate dalla guida per motivi di sicurezza. Ma sentire la storia dei luoghi dal vivo è davvero cosa interessante. Presentatevi sul posto almeno mezz’ora prima se non volete correre il rischio di dover attendere il turno successivo…e quindi attendere un’ora. Sono consigliate calzature idonee ovvero non con suola liscia, tacchi ecc! Nessuna particolare controindicazione per i bambini: è sufficiente tenerli d’occhio e magari per mano.
Per chi giunge in auto suggeriamo di parcheggiare a circa cento metri dall’ingresso presso il parcheggio del centro sportivo di Cognola. Diversamente è possibile raggiungere l’Orrido con autobus urbano, da Trento.
Il biglietto d’ingresso costa €5 per gli adulti, €3 per i bambini fino a 12 anni, gratuito under 5 anni.
Informazioni e link utili
Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi – Orrido di Ponte Alto
Ecomuseo dell’Argentario – Riapre l’Orrido
Pagina Facebook – Orrido Ponte Alto